Vi propongo: prendiamo Mannone - by Paglia
"Il mio primo desiderio è sempre stato quello di esordire in Serie A. Sto facendo una bella annata al Lorient, ho 35 anni ma sono ancora quel ragazzino con un grande sogno. Chissà se ci riuscirò, ho ancora molto da dare". Parlava così Vito Mannone ai microfoni di Gianlucadimarzio.com qualche mese fa.
La scorsa stagione ha collezionato 18 presenze in Ligue 1, mantenendo la rete inviolata per 5 volte e subendo soltanto 24 reti. Parliamo pur sempre di un portiere esperto e affidabile con oltre 260 presenze tra i professionisti, capace di lasciare il segno in ciascuna piazza nella quale ha giocato.
Un portiere giramondo: le numerosi esperienze in Inghilterra, l'avventura negli Stati Uniti, la parentesi in Danimarca e infine la rinascita in terra transalpina tra Principato di Monaco e Bretagna. Eppure la sua storia era partita proprio qui nel bel paese, per la precisione in quel di Bergamo.
Vito Mannone entra nel settore giovanile dell'Atalanta quando aveva circa 7 anni, giocando fin da subito con ragazzi più grandi di lui. I suoi genitori, partendo da Milano, lo accompagnavano giornalmente a Zingonia: tanti sacrifici e un enorme sogno da realizzare.
Poi una chiamata, di quelle che ti cambiano la vita. Siamo poco prima del Natale 2005 e, dopo un derby Brescia-Atalanta, arriva una telefonata dall'Inghilterra. In un momento buio dopo la perdita del padre, scomparso un mese prima, Vito fa un provino con la prima squadra dell'Arsenal.
L'impressione è ottima e firma subito un contratto, trasferendosi a Londra con la madre. Inizia così l'avventura di Vito Mannone in giro per il mondo. Era l'Arsenal di Henry, Pires, Bergkamp e Ljungberg, con dei giovani come Van Persie e Fabregas. Degli anni indimenticabili per il portiere, allora ragazzino.
Il grande giorno è il 24 maggio 2009, con i Gunners reduci dalla semifinale di Champions persa contro il Manchester United. SI tratta dell’ultima partita di campionato, l'avversario è lo Stoke City e Arsène Wenger decide di dare una grande chance a Mannone regalandogli una giornata memorabile a ventun anni.
Un grande traguardo per Vito, reduce da stagioni non brillantissime tra panchine e il primo prestito in Championship al Barnsley. L'anno seguente verrà tenuto maggiormente in considerazione: dopo l'addio di Lehmann, tra i pali dell'Arsenal si alterneranno Almunia, Fabianski, Szczesny e, per l'appunto, Mannone.
Nel settembre 2009 diventa persino titolare fino a ottobre, ottenendo un’ottima striscia da 6 vittorie e 2 pareggi tra campionato e Champions League (in cui gioca tre partite). Poi di nuovo in panchina e in tribuna fino al 2012, quando viene schierato nuovamente titolare a sorpresa, dopo la duplice esperienza in prestito in seconda serie all’Hull City.
Durante la stagione 2012/13 Mannone è il secondo di Szczesny. Con l'infortunio del polacco, infatti, è il portiere nativo di Desio a giocare. Vito colleziona altre 16 presenze, venendo notato dal Sunderland. I Black Cats decidono di puntare su di lui, il resto è storia.
Il numero 1 diventerà una leggenda del club. Diviene uno dei migliori portieri della Premier, per statistiche sopra anche Cech e Hart. Idolo dei tifosi, sarà protagonista di una salvezza insperata e di una finale di EFL Cup (persa contro il Man City) raggiunta grazie a due rigori parati contro il Manchester United a Old Trafford in semifinale.
Vito passa poi al Reading, in seconda serie inglese, ma dopo una stagione e mezza, nel mercato invernale riceve l’offerta dal Minnesota United FC, al terzo anno in MLS. Qui non salta nemmeno una partita, la squadra raggiunge i playoff e finale di US Open Cup. Mannone vince il premio di miglior portiere della stagione.
Tornato in Europa passa all’Esbjerg, in Danimarca. Poi la chiamata dal Monaco come secondo di Lecomte, conquistando la maglia da titolare per 10 partite per via dell'infortunio del francese. Dopo due stagioni nel Principato rimane nel campionato francese, trasferendosi quindi al Lorient.
Anche in Bretagna arriva per fare il secondo, ma con l'infortunio di M'vogo diventa ancora una volta titolare. A 35 anni continua a giocare e a divertirsi, sfruttando al meglio tutte le possibilità che si presentano sul suo cammino. Un ragazzo serio, umile, che ha sempre dato tutto in ogni sua esperienza.
"Ho un sogno nel cassetto fin da bambino. Mi sono fatto le ossa all'Atalanta con il desiderio di giocare in Serie A. Non potevo immaginare che a 16 anni sarei andato a giocare nell'Arsenal in Premier League. In Italia facevano fatica a buttare dentro i giovani: purtroppo succede ancora oggi. Così ho scelto di partire”.
L'Atalanta ora è in cerca di un secondo portiere esperto e cresciuto nel vivaio, che possa accompagnare Carnesecchi nel suo percorso di crescita. Vito Mannone sarebbe il profilo ideale per la Dea e il giocatore, da quanto appreso direttamente da noi, sarebbe felicissimo di tornare a Bergamo per realizzare il suo sogno con la squadra che lo ha cresciuto.
Atalanta, facci un pensiero: potrebbe essere lui il portiere di cui abbiamo bisogno per completare il reparto.
La scorsa stagione ha collezionato 18 presenze in Ligue 1, mantenendo la rete inviolata per 5 volte e subendo soltanto 24 reti. Parliamo pur sempre di un portiere esperto e affidabile con oltre 260 presenze tra i professionisti, capace di lasciare il segno in ciascuna piazza nella quale ha giocato.
Un portiere giramondo: le numerosi esperienze in Inghilterra, l'avventura negli Stati Uniti, la parentesi in Danimarca e infine la rinascita in terra transalpina tra Principato di Monaco e Bretagna. Eppure la sua storia era partita proprio qui nel bel paese, per la precisione in quel di Bergamo.
Vito Mannone entra nel settore giovanile dell'Atalanta quando aveva circa 7 anni, giocando fin da subito con ragazzi più grandi di lui. I suoi genitori, partendo da Milano, lo accompagnavano giornalmente a Zingonia: tanti sacrifici e un enorme sogno da realizzare.
Poi una chiamata, di quelle che ti cambiano la vita. Siamo poco prima del Natale 2005 e, dopo un derby Brescia-Atalanta, arriva una telefonata dall'Inghilterra. In un momento buio dopo la perdita del padre, scomparso un mese prima, Vito fa un provino con la prima squadra dell'Arsenal.
L'impressione è ottima e firma subito un contratto, trasferendosi a Londra con la madre. Inizia così l'avventura di Vito Mannone in giro per il mondo. Era l'Arsenal di Henry, Pires, Bergkamp e Ljungberg, con dei giovani come Van Persie e Fabregas. Degli anni indimenticabili per il portiere, allora ragazzino.
Il grande giorno è il 24 maggio 2009, con i Gunners reduci dalla semifinale di Champions persa contro il Manchester United. SI tratta dell’ultima partita di campionato, l'avversario è lo Stoke City e Arsène Wenger decide di dare una grande chance a Mannone regalandogli una giornata memorabile a ventun anni.
Un grande traguardo per Vito, reduce da stagioni non brillantissime tra panchine e il primo prestito in Championship al Barnsley. L'anno seguente verrà tenuto maggiormente in considerazione: dopo l'addio di Lehmann, tra i pali dell'Arsenal si alterneranno Almunia, Fabianski, Szczesny e, per l'appunto, Mannone.
Nel settembre 2009 diventa persino titolare fino a ottobre, ottenendo un’ottima striscia da 6 vittorie e 2 pareggi tra campionato e Champions League (in cui gioca tre partite). Poi di nuovo in panchina e in tribuna fino al 2012, quando viene schierato nuovamente titolare a sorpresa, dopo la duplice esperienza in prestito in seconda serie all’Hull City.
Durante la stagione 2012/13 Mannone è il secondo di Szczesny. Con l'infortunio del polacco, infatti, è il portiere nativo di Desio a giocare. Vito colleziona altre 16 presenze, venendo notato dal Sunderland. I Black Cats decidono di puntare su di lui, il resto è storia.
Il numero 1 diventerà una leggenda del club. Diviene uno dei migliori portieri della Premier, per statistiche sopra anche Cech e Hart. Idolo dei tifosi, sarà protagonista di una salvezza insperata e di una finale di EFL Cup (persa contro il Man City) raggiunta grazie a due rigori parati contro il Manchester United a Old Trafford in semifinale.
Vito passa poi al Reading, in seconda serie inglese, ma dopo una stagione e mezza, nel mercato invernale riceve l’offerta dal Minnesota United FC, al terzo anno in MLS. Qui non salta nemmeno una partita, la squadra raggiunge i playoff e finale di US Open Cup. Mannone vince il premio di miglior portiere della stagione.
Tornato in Europa passa all’Esbjerg, in Danimarca. Poi la chiamata dal Monaco come secondo di Lecomte, conquistando la maglia da titolare per 10 partite per via dell'infortunio del francese. Dopo due stagioni nel Principato rimane nel campionato francese, trasferendosi quindi al Lorient.
Anche in Bretagna arriva per fare il secondo, ma con l'infortunio di M'vogo diventa ancora una volta titolare. A 35 anni continua a giocare e a divertirsi, sfruttando al meglio tutte le possibilità che si presentano sul suo cammino. Un ragazzo serio, umile, che ha sempre dato tutto in ogni sua esperienza.
"Ho un sogno nel cassetto fin da bambino. Mi sono fatto le ossa all'Atalanta con il desiderio di giocare in Serie A. Non potevo immaginare che a 16 anni sarei andato a giocare nell'Arsenal in Premier League. In Italia facevano fatica a buttare dentro i giovani: purtroppo succede ancora oggi. Così ho scelto di partire”.
L'Atalanta ora è in cerca di un secondo portiere esperto e cresciuto nel vivaio, che possa accompagnare Carnesecchi nel suo percorso di crescita. Vito Mannone sarebbe il profilo ideale per la Dea e il giocatore, da quanto appreso direttamente da noi, sarebbe felicissimo di tornare a Bergamo per realizzare il suo sogno con la squadra che lo ha cresciuto.
Atalanta, facci un pensiero: potrebbe essere lui il portiere di cui abbiamo bisogno per completare il reparto.
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