20/11/2019 | 07.35
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Vivaio senza fine: Traore e Piccoli guidano la nuova meglio gioventù

Amad Traore, 17 anni. Ansa

Quante stelline crescono a Zingonia: occhio anche a Cambiaghi, Okoli e Colley

I giovani e il rischio di essere ripetitivi, poco originali: “Farà strada”. Oppure: “È il nuovo...” e via con mille e scomodi paragoni. Non ne ha mai fatti l’Atalanta, al top da una vita se si parla di ragazzi. Loro erano il mondo di Mino Favini, al quale giovedì è stata dedicata la nuova sede all’interno del centro di Zingonia e che rappresenterà la nuova casa del vivaio. Cambia il nome, non la politica: si coltiva il talento, senza pressione. Nelle famiglie non esiste. E molto passa dall’educazione: se manca, stai fuori. E occhio alla scuola: tra i banchi bisogna “viaggiare” come in campo. Insomma, dura trovare un posto migliore in cui diventare uomini. Per info, chiedere a Kulusevski: uno che ha appena salutato la cantera per regalare magie a Parma. Oppure a Okoli, Da Riva, Cambiaghi e Piccoli, ma soprattutto a Colley e al piccoletto imprendibile: le stelline più luminose della Dea del domani.

UN RECORD DA “GIGANTE” 

Traore, che personalità. E a 17 anni ha rotto il ghiaccio da “pro” nel 7-1 all’Udinese (27 ottobre): dentro al 77’ per Ilicic, 6’ dopo ecco il primo gol in Serie A di un 2002. Non male quel sinistro dal limite… Con la Primavera ha cercato il bis 24 ore dopo, ancora al Gewiss Stadium, con la Fiorentina nella Supercoppa di categoria: avvio da “diesel”, ripresa di un altro pianeta. E dopo i 18 gol e 13 assist in 42 presenze nel 2018-19 (tra Under-17 e Primavera), è ripartito forte segnando quattro reti in 10 match, tre in campionato e una in Youth League nell’1-3 di Manchester: una rimonta completata dai colpi di Ghislandi e Piccoli. Ecco, Piccoli... ma solo di nome. Perché lui, di chili, ne ha parecchi. E non a caso “studia» Zapata e Mandzukic, i suoi modelli.

MUSCOLI DA BERGAMASCO 
Nella scorsa stagione, dopo Kulusevski, fu il secondo baby lanciato da Gasperini: esordio il 15 aprile (qualche minuto nello 0-0 con l’Empoli), 45’ nel 2-0 sull’Udinese il giorno 29. Tifoso della Dea e bergamasco doc, disse dopo il debutto: “Spero di restare”. Lo ha fatto (c’è tempo per la B) e mister Brambilla se la ride, perché finora Roberto non ha tradito: undici partite e quattro centri in campionato, stesso ritmo in Europa (suo il rigore dell’1-0 al City), mentre in Supercoppa ha messo la firma con l’inzuccata del momentaneo 1-0. Il cross decisivo? “Stranamente” di Traore: considerando il ruolo (esterno offensivo) indossa spesso il 7, tuttavia i guizzi sono da numero 10.
QUEL PIATTONE DI “IBRA” 
Completa il tridente Cambiaghi, gioiello che ha già varcato gli spogliatoi dei grandi (due convocazioni nel 2018-19, una in A e una in Coppa Italia): veterano per la categoria (è un 2000), è il capitano della Primavera. Un anno in meno per Okoli, gigante della difesa (accanto a lui Heidenreich o Guth). In mediana c’è Da Riva (19 anni), a Manchester lo ricorderanno a lungo (a Bergamo, quasi da solo, ha annullato il centrocampo inglese). Che qualità pure Cortinovis, trequartista del 2001. Idem Colley (2000), mezzala tecnica e potente: fu il man of the match il 2 giugno, con quel piattone regalò lo scudetto numero tre nella storia dell’Atalanta. L’assist? Esterno di Kulusevski, applausi. Al contrario dello svedese, “Ibra” (così lo chiama Luigi Sorrentino, suo amico e agente) è rimasto: c’era la B, patron Percassi non l’ha mollato. Titolare nel Gambia, forse un lusso per la categoria, per ora non pensa alla cessione a gennaio: se ne riparlerà a giugno. Intanto Ebrima proverà a far la differenza a Zingonia: lì si sta bene. E il talento è di “casa”.
 
fonte gazzetta.it  Francesco Fontana
By marcodalmen
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