Nelle ultime settimane del Verona è racchiusa l'unicità di questo campionato: la strada per la salvezza, da distesa pianeggiante, ha riassunto l'inclinazione di un'inerpicata disseminata di ostacoli. Non bastasse il colpaccio dello Spezia contro il Milan, la sconfitta contro il Torino ha completamente livellato gli equilibri della lotta per non retrocedere. Anzi, i liguri ora hanno un calendario addirittura più agevole, almeno sulla carta: da qui alla fine affronteranno Lecce, Torino e Roma (all'Olimpico), mentre l'Hellas se la vedrà con Atalanta, Empoli e Milan, con la prima e la terza da disputare in trasferta. Coefficiente di difficoltà più elevato, e nemmeno di poco, che legittima la squadra di Semplici a meditare un controsorpasso e che al contrario, in casa Verona, getta lunghe ombre su questo finale di stagione.

Quattro infortuni in un colpo solo: Zaffaroni trema
La prestazione di ieri contro il Torino lancia un allarme su più livelli: l'atteggiamento è stato troppo morbido, e l'incapacità di reagire dopo il vantaggio granata è la spia di un serbatoio a secco di energie mentali. E poi c'è la componente fisica: quattro infortuni in una sola gara costituiscono una rarità sulla quale lo stesso Zaffaroni ha posto l'accento nel dopo-gara. Tra cinque giorni c'è l'Atalanta, e il tecnico rischia di dover rinunciare a quattro pedine importanti come Magnani, Dawidowicz, Duda e Verdi. Con la speranza che almeno qualcuno di loro sia riuscito a fermarsi in tempo, in modo da poter rincorrere un recupero lampo per la sfida del Gewiss.

fonte tmw.com