Zenga: "Gasp da Panchina d'Oro, la forza dell'Atalanta è la mentalità"
ll tecnico del Cagliari, Walter Zenga, in conferenza stampa (virtuale) per presentare la sfida contro l'Atalanta
Una squadra insidiosa come l'Atalanta sugli esterni si schiera una squadra per contenere o per preoccupare?
"A seconda delle partite si cerca di trovare delle soluzioni, magari col Torino andava bene affrontarla così. Sono attenzioni che durante la partita si devono avere, ma consideriamo che la forza dell'Atalanta sta proprio nella mentalità: cercano sempre di migliorarsi, fatto un record cercano di farne un altro. Gasperini li allena da anni, io il Cagliari solo da 18 maggio e ci sono differenze sostanziali, ma ogni gara è un'opportunità".
C'è spazio per cambiare schema, vista la difficoltà data dalle assenze?
"In questo momento stiamo bene così e continuiamo così, non vedo un momento di cambiamento perché manca qualcuno: non che a Bologna fossimo tutti quanti schierabili, il dispiacere è che determinate scelte hanno portato a delle forzature che ci hanno privato di alcuni giocatori".
Qual è la situazione della difesa: chi non ce la farà sicuramente domani?
"Sono molto orgoglioso dei miei ragazzi, citando per esempio un Mattiello che ha fatto 3 partite da 90' e non so da quando non le faceva, da Lykogiannis che è entrato a freddo, Carboni che passa da sinistra al centro, Nainggolan che nonostante dovesse uscire ha scelto di restar dentro vista la difficoltà, o Ceppitelli e Pisacane che non avrebbero dovuto giocare visti i loro problemi fisici. Ma questo spiega il rapporto con questi ragazzi: le partite si giocano sempre per vincere, a prescindere da chi sia l'avversario. Comunque i giocatori che abbiamo perso finora erano spesso giocatori che non avevano giocato spesso negli ultimi mesi, il discorso è sempre quello: a Bologna non abbiamo detto nulla, ma Pellegrini ha subito un fallo da Tomiyasu che era da secondo giallo, magari ripartire in 10 contro 11 sarebbe finita diversamente. In ogni caso, quel che va sottolineato dell'Atalanta è che hanno delle idee e convinzioni e le difendono, noi dobbiamo avere la nostra filosofia e portarla avanti a prescindere dal momento".
Per questa partita ha pensato mosse particolari per limitare l'Atalanta?
"Ho puntato tutto sulla nostra qualità e su come dobbiamo fare domani: che non vuol dire essere spavaldi e non rispettare l'avversario, ma solo ottimisti e sereni di testa, tirando fuori il senso di squadra e di appartenenza. Ho già le idee chiare, io come tutti gli altri che sono qui dentro".
Come potrebbe descrivere in una parola il lavoro di Gasperini?
"Gasp è da Panchina d'Oro: il suo percorso è stato straordinario, perché dopo non aver vinto in una big come l'Inter è riuscito a reinventarsi e fare molto bene".
Carboni ormai è un titolare, c'è qualche altro dei giovani che stai facendo "scaldare"?
"Se hai giocatori validi nel settore giovanile è giusto farli giocare. Carboni è quello più pronto, sicuramente è stato favorito dalla situazione che si è venuta a creare in difesa. Poi io guardo chi può far giocare al meglio la squadra, a prescindere dalla carta di identità".
Qual è la filosofia preferita di questo Cagliari? E cosa lascia la partenza di Olsen?
"Sicuramente il centrocampo del Cagliari è tra i più forti in circolazione, abbiamo tanta qualità. Sui due mi ripeto: ognuno fa le proprie scelte, per quanto riguarda Olsen ora ho tre grandi portieri, Cragno, Rafael e Ciocci".
Si può dire che la parata di Olsen con la Spal sia stato uno di quegli episodi che cambiano il futuro?
"Io guardo tutto da un'altra prospettiva: guardo più al gol di Simeone che alla parata di Olsen. Gli episodi indirizzano sempre le partite, ma guardo come la squadra rientra in campo per esempio contro il Bologna. Guardo con fiducia al futuro e ai miei ragazzi”.
Su quale aspetto del suo Cagliari pensa che Gasperini avrà preparato particolari contromisure?
"L’Atalanta non è più un club medio, ma è una big: sono costantemente in Europa e nelle posizioni più alte, vorranno imporre la loro filosofia. Quello che ruberei a Gasp sono le 400 panchine in Serie A, io ne ho fatto un centinaio ma tante all’estero".
fonte tmw.com
By marcodalmen