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8 finali per il bene della Dea - by Paglia

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L'Atalanta non sono i Percassi. Non è Gasperini. Non è nemmeno i giocatori che oggi ne vestono la maglia. L'Atalanta è il patrimonio di una città, di una tifoseria, di una storia ultracentenaria che trascende i singoli protagonisti. È passione, credo, vocazione.

Le tensioni a Zingonia non sono un segreto. Il rapporto tra Gasperini e la società si è deteriorato: dalle incomprensioni sul mercato alle dichiarazioni fuori luogo, fino a quella fatidica frase sul "non rinnovo" che ha scoperchiato il vaso di Pandora. Non serve vivere lo spogliatoio per capire che qualcosa si è spezzato. Forse irrimediabilmente.

Il ciclo Gasperini è stato magnifico, rivoluzionario, storico. Ha trasformato una provinciale in una realtà europea, ha fatto sognare una città intera e ha cambiato l'identità dell'Atalanta. Ma i cicli hanno un inizio e una fine. E quando i segnali indicano che quel momento è giunto, il pragmatismo deve prevalere sul sentimentalismo.

Non è questione di schierarsi con Gasp o con la dirigenza. È questione di guardare avanti, di salvaguardare il futuro. Restano otto partite che valgono una stagione intera. La qualificazione Champions è una condizione necessaria per garantire continuità al progetto. Ogni energia deve essere rivolta a questo obiettivo.

Le prestazioni altalenanti e l'assenza di vittorie casalinghe da tre mesi sono campanelli d'allarme che non vanno ignorati. Il terzo posto, che sembrava blindato, ora è a rischio. L'Atalanta non può buttare via tutto in questo finale.

Il match contro la Lazio sarà importante per capire se questa squadra ha ancora la forza mentale per superare le difficoltà e concentrarsi sul campo. Gasperini dovrà accantonare l'ego e ritrovare la lucidità tattica che lo ha reso leggenda. I giocatori dovranno dimostrare di essere uomini prima che atleti.

Il tempo delle analisi approfondite, dei processi e delle decisioni sul futuro verrà. Ora serve compattezza, determinazione e quella "garra" che ha sempre contraddistinto l'Atalanta nei momenti decisivi.

Chi ama questi colori lo sa: l'unica cosa che conta è il bene della Dea. Perché i nomi passano, gli allenatori cambiano, ma l'Atalanta resta. E resterà sempre.

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