16/04/2020 | 21.15
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Lettera al sito: "Cari amici atalantini"

Cari amici atalantini,

non sappiamo quando si riprenderà a giocare, l'unica certezza è che si ripartirà a porte chiuse. Molti, anche su questo Forum, semplici tifosi, esperti e giornalisti, calciatori e allenatori, hanno detto che il calcio senza tifosi nello stadio non è più calcio. Anche io la pensavo così. Ma in questi giorni è accaduto qualcosa che ha cambiato il mio modo di vedere le cose e desidero raccontarvelo.
Premetto che pur credente non ho mai sopportato la messa in televisione. La scorsa estate sono stata due mesi bloccata sul divano con la caviglia rotta ma non ho mai seguito liturgie sullo schermo. Ora capisco perché. Per me la messa è qualcosa di molto "fisico". Ho bisogno di quelli che che mi sono accanto, amici o sconosciuti, legata a loro dalla comune appartenenza a qualcosa di grande. Insomma, un po' come allo stadio. Ho bisogno di unire la mia voce alla loro, nella preghiera e nel canto. Canto nel coro, una cosa che mi entusiasma, come far parte della curva Nord. E anche i sacramenti sono molto fisici, al punto che durante la messa ti viene dato da mangiare. Tutto questo ci è stato tolto.

Un po' scettica ho accolto l'invito di mio marito a seguire la liturgia della settimana santa, celebrata dal Papa, alla televisione. E qualcosa è cambiato.

Quell'uomo solo, davanti all'immensità vuota e silenziosa di una piazza e di una basilica capaci di contenere migliaia di persone, c'era, era presente. E anche io c'ero, l'ho visto e l'ho ascoltato, mi ha fatto vivere la sofferenza della Croce e la speranza della Resurrezione. Non ha parlato al vuoto. Era evidente che per lui, dentro quel vuoto apparente, c'erano milioni di persone in attesa di qualcosa di grande.

Un modo diverso di vivere il mistero della Pasqua, ma l'ho vissuto, con una intensità nuova.

Ora non rimproveratemi di mescolare il sacro con il profano. Niente della mia vita, niente delle cose che amo è per me profano. Neanche il calcio, neanche l'Atalanta. La vita è unica, non è fatta a scompartimenti.

Per questo sono certa che quando i nostri giocatori entreranno nel campo di gioco sapranno che dentro quello stadio deserto noi ci siamo e giocheranno per noi. Noi non saremo lì con le nostre bandiere e il nostro tifo, ma sentiranno lo stesso il calore della nostra presenza. Sapranno che li stiamo guardando con la passione di sempre.E noi seduti sui nostri divani, magari con alcuni amici, se e quando ci sarà consentito, saremo ancora capaci di entusiasmarci e di esultare.

E tutto questo ci farà sembrare ancora più bello il momento in cui potremo usare la nostra DeaCard e girare i tornelli del Gewiss. Che festa sarà!

Vi abbraccio tutti amici atalantini.

Maria Pia

Mapi-BA

By staff
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