22/02/2021 | 17.45
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Atalanta-Real Madrid: Meno galacticos e più umani: ecco perché crederci - by Albo

Come fatto capire dallo stesso Gasp, il Napoli è servito a scacciare il pensiero fisso della Champions che a questo giro di posta assume le sembianze del Real Madrid.

Sarà pure demagogico e poco originale, ma è proprio vero che dagli ottavi il gap si incomincia ad assottigliare, perché rientrare tra le 16 squadre più forti d’Europa non è questione di fortuna, ma di bravura e talento.

Ciononostante, ci si affida sempre al sorteggio random della Dea bendata, che in rare occasione a questi livelli offre avversarie abbordabili, e quindi vale sempre l’adagio “tanto prima o poi bisogna affrontarle tutte se si vuole arrivare in fondo”.

Il Real Madrid era tra le avversarie più temibili che l’Atalanta potesse incontrare, ma se fino a gennaio bastava citare la storia e il blasone dei blancos per far assumere contorni apocalittici alla doppia sfida di Champions, ora la situazione è decisamente più ottimistica. L’ottimista vede sempre un’opportunità nel pericoloso, il pessimista invece un pericolo in ogni opportunità. Per fortuna Gasperini ha sempre voluto cogliere la prima parte di questa celebre frase di Churchill, senza mai fare voli pindarici. Ecco perché la Dea deve crederci ora più che mai all’impresa, ma stare sempre attenta alle insidie.

INFORTUNI E RIVOLUZIONE- Sicuramente il fattore “infortuni” contribuisce ad alimentare il 90% dell’ottimismo. Senza capitan Ramos, Benzema, Marcelo e Carvajal (giusto per citarne 4 out) il gap tra i nerazzurri e la squadra spagnola si assottiglia di molto. Da tempo la panchina di Zidane scricchiola, dati gli alti e bassi visti in stagione e l’allontanarsi di obiettivi ritenute delle formalità gli anni passati, quando però c’era un certo CR7 a risolvere la situazione.

Già, da quando il fenomeno portoghese ha lasciato Madrid, i galacticos hanno perso quell’aura di invincibilità e invulnerabilità di cui godevano , lasciando spazio al nuovo che avanza per una rivoluzione che però al momento mostra più ombre che luci. I giovani Vinicius, Mariano Diaz, Valverde e Lucas Vasquez sono in rampa di lancio, ma ancora sembra pesare la pesante eredità dei campioni del passato.

ESPERIENZA E TALENTO- Nonostante le ombre sul futuro e la spada di Damocle degli infortuni, il Real in Liga tiene comunque botta al secondo posto ed è ancora in Champions, la vera seconda casa delle merengues.

La storia parla da sola: 13 Champions League che le conferiscono lo status di squadra più blasonata del mondo.

Un’esperienza centenaria ad alti livelli che sicuramente possono avvantaggiare sulla carta la squadra di Zidane. Dall’università del calcio, come definita da Percassi, si passa direttamente al rettore maximo della competizione, vicino forse al pensionamento ma che sicuramente per status e storia venderà cara la pelle all’orso nerazzurro.

Real in piena emergenza, ma i numeri sembrano non confermare questo momento di flessione dei blancos: quattro vittorie consecutive in campionato, a meno 3 dalla capolista Atletico Madrid e solo un gol incassato nel mese di febbraio, al netto delle 7 reti rifilate rispettivamente a Huesca, Valencia, Getafe e Valladolid. In Liga sono 42 le reti siglate, contro le 19 incassate in 22 giornate.

Traduzione, il Real segna poco, ma anche in emergenza incassa poco. I blancos stanno mostrando una compattezza e un cinismo degne della grande squadra. I numeri spesso lasciano il tempo che trovano, ma è sempre meglio darci un’occhiata piuttosto che ignorarli bellamente.

Merito di questa solidità e continuità di risultati ritrovata a ridosso della Champions sicuramente è da attribuire al centro nevralgico delle merengues composto dal trio delle meraviglie Modric-Kroos-Casemiro, al momento  i soli 3 big sfuggiti alla maledizione degli infortuni.

Il croato Pallone d’oro nel 2019, il tedesco stabilmente nella top 5 dei centrocampisti più forti d’Europa da anni e il brasiliano jolly inamovibile anche della nazionale carioca.

Come in ogni grande sfida di cartello, i punti di forza e di debolezza del nemico servono a dare un’idea di ciò che si dovrà affrontare poi sul campo. L’Atalanta da due anni in questa speciale università sta dimostrando di essere tra le studentesse più brillante, e chissà che possa continuare a bruciare le tappe per una laurea da record.

 

Albo

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